martedì 27 gennaio 2009

IL MERCATO COSMETICO ITALIANO




L’ultima Indagine Congiunturale elaborata dal Centro Studi e Cultura d’Impresa mostra che, in un contesto complessivo italiano segnato dalla crisi, il settore cosmetico continua a tenere, seppure con ritmi di crescita rallentati. Il 2004 si è chiuso con un fatturato complessivo di 7,4 miliardi di euro, facendo segnare un incremento del 3,8% sul 2003. Secondo le rilevazioni dei dati a pre-consuntivo, il cosmetico made in Italy ha percorso anche nel 2005 un trend favorevole, ma con una crescita che si attesta a quota 2,7%.
A caratterizzare il comparto, il peculiare andamento a due velocità: a una generale e progressiva contrazione della domanda interna, che si ferma nel 2005 a quota +0,5% e prospetta per il 2006 una inversione di segno, si contrappone infatti un deciso aumento del fatturato derivante delle esportazioni.
Dunque l’export traina l’industria cosmetica italiana: il dato previsionale del 2005 mostra infatti uno sviluppo del 6,5% e rivela per il nostro Paese una forte competitività sui mercati esteri.
Crescono anche le importazioni, seppur in misura inferiore rispetto all’export, sia in termini di fatturato che in termini di crescita percentuale. La bilancia commerciale del settore è di conseguenza in attivo: nel 2004 ha riportato un saldo di 718,6 milioni di euro e manterrà lo stesso tenore anche nel 2005.
Oltre a fornirci una fotografia dell’evoluzione della produzione del comparto cosmetico italiano, il rapporto Unipro individua i fenomeni più recenti che riguardano il mercato dal punto di vista delle dinamiche dei consumi e ne delinea altresì gli scenari futuri. L’industria cosmetica sta vivendo, da tre anni a questa parte, una evidente modificazione strutturale che riguarda in particolare la componente della domanda, legata al mercato finale.

LE ESPORATIONI DEL MADE IN ITALY COSMETICO: è dunque L'export a trainare il settore dell’industria cosmetica italiana. Le esportazioni continuano a crescere a ritmi sostenuti: il 2003 aveva infatti riportato un valore complessivo di fatturato di 1.822 milioni di euro e altrettanto favorevole è stato il risultato del 2004, a quota 1.983 milioni di euro. Il 2005 si annuncia all’insegna di una crescita ancora più marcata: il secondo il rapporto Unipro nei primi otto mesi dell’anno il commercio estero ha fatto registrare un fatturato di 1.352 milioni di euro e un incremento dell’8,3% rispetto allo stesso periodo del 2004.
Più normalizzato il risultato previsto per la fine del 2005, che dovrebbe attestarsi su un +6,5%, per un giro d’affari complessivo che raggiungerà i 2 miliardi di euro.
Questo fenomeno è la conseguenza di una politica di forte internazionalizzazione avviata negli ultimi anni dal settore cosmetico del nostro Paese. L’Europa occidentale costituisce il principale bacino di riferimento del made in Italy assorbendo circa il 57% della produzione italiana destinata ai mercati esteri. Tra i Paesi dell’Est europeo la Russia è il maggiore importatore di prodotti cosmetici italiani: l’export verso quest’area ha raggiunto nel 2004 quota +40,8%.
Trend in crescita anche nel commercio verso la Polonia, che ha chiuso i primi otto mesi del 2005 a quota +25,3%.
Confrontando i dati annuali forniti da Unipro, emerge che fra 2002 e 2004 la composizione del mercato cosmetico è rimasta pressoché invariata, con tre merceologie, prodotti per capelli, per il corpo e per il viso che da sole compongono circa la metà del mercato stesso. Queste categorie hanno assorbito nel 2004 rispettivamente il 16,2%, il 15,9% e il 14,7% del mercato. Pur mantenendo una quota significativa, 13,9%, i prodotti per l’igiene del corpo hanno perso mezzo punto percentuale rispetto all’anno precedente. Una variazione in negativo, in linea del resto con il trend degli scorsi anni, riguarda anche la profumeria alcolica: la domanda dei profumi continua a essere penalizzata dal ciclo economico, proprio perché si tratta di prodotti percepiti come voluttuari. Rispetto al 2003 hanno ripreso un andamento positivo i prodotti della linea maschile. Per tutti gli altri segmenti merceologici non si rilevano variazioni di rilievo.

LA COMPOSIZIONE DEL MERCATO COSMETICO: Confrontando i dati annuali forniti da Unipro, emerge che fra 2002 e 2004 la composizione del mercato cosmetico è rimasta pressoché invariata, con tre merceologie, prodotti per capelli, per il corpo e per il viso che da sole compongono circa la metà del mercato stesso. Queste categorie hanno assorbito nel 2004 rispettivamente il 16,2%, il 15,9% e il 14,7% del mercato. Pur mantenendo una quota significativa, 13,9%, i prodotti per l’igiene del corpo hanno perso mezzo punto percentuale rispetto all’anno precedente. Una variazione in negativo, in linea del resto con il trend degli scorsi anni, riguarda anche la profumeria alcolica: la domanda dei profumi continua a essere penalizzata dal ciclo economico, proprio perché si tratta di prodotti percepiti come voluttuari. Rispetto al 2003 hanno ripreso un andamento positivo i prodotti della linea maschile. Per tutti gli altri segmenti merceologici non si rilevano variazioni di rilievo.

PROFUMERIE: continua a essere interessato da dinamiche nel segno negativo il canale delle profumerie, che secondo le stime ha chiuso il 2005 in negativo con una flessione dell’1,5%. A determinare questo fenomeno, una tendenza ormai consolidata da parte dei consumatori a preferire alle profumerie canali di nicchia quali erboristerie e farmacie.

ERBORISTERIE: segnali positivi giungono dalle questo canale, le cui performance si mantengono decisamente positive (+4,5% il risultato previsto per il 2005) seppure con ritmi di sviluppo leggermente rallentati rispetto al 2004 (che aveva chiuso a quota 6,0%)


FARMACIE: dinamico e vitale, il loro mercato è interessato negli ultimi anni da una fase estremamente favorevole: per il 2005 si prevedono dunque ritmi di crescita del 4,8%.
La preferenza accordata dai consumatori a canali quali erboristerie e farmacie è sintomo del mutamento strutturale che sta interessando la fisionomia interna della cosmetica italiana.


COMUNICAZIONE: a conferma, poi, di questa fase di grande fibrillazione e di forte internazionalizzazione vissuta dall’industria cosmetica italiana, l’importanza rivestita dalle attività di comunicazione a supporto delle strategie commerciali per le aziende del settore: oltre il 42% delle realtà interpellate prevede di aumentare gli investimenti e il 51,6% ha dichiarato di mantenerli costanti.

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