martedì 25 novembre 2008

I mezzi di trasporto utilizzati per andare a lavoro

Secondo l’Istat, il mezzo di trasporto preferito dagli italiani per andare a lavoro è, dal 1997, la propria autovettura. Bassissimi, infatti, sono stati i cambiamenti in questo campo negli ultimi dieci anni e, comunque, sfavorevoli sia all’ambiente che ai cittadini. La crescita dell’uso della propria automobile dal 72 al circa 75 %, ha difatti sfavorito o non incentivato l’uso di mezzi alternativi quali autobus, biciclette e “piedi”.

I motivi? Poca sicurezza per le strade, poche piste ciclabili e sistemi di trasporto inefficienti, con poche e mal distribuite corse sul territorio. Su un campione di intervistati, addirittura, il 68 % potrebbe andare in autobus, ma l’aspettativa di attese, folle e tempi lunghi fa sì che solo il 13 % di loro utilizzi i mezzi pubblici. Molti, preferiscono perfino restare in macchina per 40, 60 minuti in mezzo al traffico pur di non utilizzarli.


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Dati vergognosi, se paragonati a quelli europei: a Budapest, per esempio, più del 60% utilizza mezzi pubblici, contro il nostro 5,5%, e in Olanda il 30 % va in bicicletta mentre in Italia solo un misero 3,2%, nonostante l’incremento delle piste ciclabili nelle nostre città. Certo, nulla in confronto alla Germania: se l’Italia tra il 2002 e il 2006 ha investito 5 milioni di euro riuscendo a portare a 2400 i 2000 km di piste ciclabili, i tedeschi pochi mesi fa hanno deciso di spendere 80 milioni l’anno per realizzare una rete ciclabile lungo le autostrade!

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Altre iniziative europee per combattere il traffico sono ad esempio l’esperimento olandese, secondo il quale ogni giorno vengono dati 4 euro per ogni viaggio in cui non si utilizza l’auto nelle ore di punta, con un controllo che avviene attraverso telecamere poste lungo il tratto stradale oggetto dell’esperimento, o il simile progetto americano, che prevede che vengano dati 20 dollari in più in busta paga a tutti quei lavoratori che decidessero di convertirsi alla bicicletta e lasciare a casa le proprie automobili.

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