sabato 27 dicembre 2008

venerdì 26 dicembre 2008

Tanti auguriii!

Ragazzi anche se in ritardo...BUONE FESTE a tutti quantiiii!!! Vi mando un link...www.elfyourself.com...DIVERTITEVI! UN BACIONEEE!

giovedì 25 dicembre 2008

*Merry xmaS*



Perchè a Natale tutti torniamo un pò bimbi!

Un regalo utile a Natale

Prima di tutto Buona Natale a tutti voi!!!
Quest'anno ho ricevuto un regalo un po' diverso, originale e sicuramente utile che voglio condividere con voi e chissà se anche voi non vogliate fare questo regalo a qualcuno che amate.
Insomma mi hanno regalato 40 polli che detta così fa ridere ma in realtà questi 40 polli sono stati donati a nome mio ad una famiglia del Sud Africa così che possa provvedere a se stessa autonomamente.
"La vita è dura per molte donne che vivono in diverse parti del mondo perché, a causa di guerre o di malattie, hanno perso i propri mariti. Se una mamma ha a disposizione un piccolo allevamento di polli può non solo migliorare l’alimentazione dei suoi figli, ma anche venderne alcuni o le loro uova per guadagnare qualcosa. Questo è un ottimo modo per aiutare una famiglia a provvedere a se stessa autonomamente e per un lungo periodo."
Questo è il link della lista dei desideri che Save the Children permette di esaudire: http://www.desideri.savethechildren.it/elenco.asp?id=0
Ancora tanti auguri!!!!

mercoledì 24 dicembre 2008

Buon Natale!

tantissimi auguri a tutti!

lunedì 15 dicembre 2008

lunedì 8 dicembre 2008

Le Iene: droga in Parlamento

ce nè da ridere

Le Torri Gemelle

Se vuoi qualcosa, vai e inseguila. Punto.



Tratto da "La ricerca della felicità" di Gabriele Muccino.

due video simpatici :D

purtroppo non mi fa copiare i codici embed :( quindi ecco i link!

rivisitazione "facebook" di "Balliamo sul mondo" :)



Men VS Women by Bruno Bozzetto
(altri video di Bozzetto qui)

GUARDATE CON ATTENZIONE....CI RESTA POCO TEMPO ORMAI!!!

Parodia: "Womanizer" di Bitney Spears

TOMS project for this christmas!

giovedì 4 dicembre 2008

martedì 2 dicembre 2008

E' troppo da ridere!

Non è proprio un video serio..anzi...comunque poi aggiungerò qualcosa di più appropriato. Però per ora vedete questo che è simpatico!


GIGI PROIETTI.

The Universal Declaration of Human Rights


The Universal Declaration of Human Rights from Seth Brau on Vimeo.

L' Educazione: oggi e domani

Detenuti e internati



La via più rapida per la comprensione di uno Stato e della sua società e civiltà è la visita delle sue prigioni. Questo breve viaggio parte ovviamente nel nostro bel paese: l’Italia. Agli inizi degli anni ’90 i detenuti in carcere erano circa 27 mila, oggi sono diventati 54 mila. Si usa dire che in quest’ultimo decennio sono raddoppiati ma in realtà sono triplicati se si considera che allora in misure alternative c’erano quasi quattromila detenuti mentre oggi sono trentamila, quindi sommati ai 54 mila danno un totale di quasi novantamila persone che scontano una pena.


L'ingresso del carcere Ci sono quindicimila detenuti di troppo rispetto ai quarantamila posti disponibili nelle carceri italiane. Dall’estate scorsa, dal giubileo, si è creata una grande attenzione sui problemi del carcere che ha portato tra l’altro all’approvazione in finanziaria di un fondo sociale di 380 miliardi per il reinserimento sociale.

I soldi ci vogliono, sono essenziali, ma sono buttati via se non sono accompagnati da chiara e ferma volontà politica-istituzionale di cambiare finalmente le cose, sradicando piccoli centri di potere, privilegi. È proprio nel sistema carcerario che più che altrove si è sempre cambiato tutto per non cambiare nulla.

Il dottor Giancarlo Caselli che pareva l’uomo giusto al posto giusto è stato già trasferito alla guida della giustizia europea, al suo posto con funzione vicarie di capo il suo ex vice capo Paolo Mancuso. Possiamo solo sperare che il governo che verrà, quello del Polo, inizi veramente un’opera di rinnovamento, basterebbe solo che le stesse leggi già approvate siano rese realmente esecutive ed operative alla lettera e non invece che rimangono lettera morta come finora. È in predicato come possibile prossimo ministro della giustizia Marcello Pera, senatore a Lucca, l’unico dei professori apprezzati dal Cavaliere Berlusconi per il suo iper-garantismo. Il suddetto senatore si dice deciso a rivoluzionare il mondo delle toghe ed io “mi consento” di aggiungere non solo, ma si rivoluzioni tutta l’amministrazione penitenziaria dal primo all’ultimo dirigente.

Purtroppo personalmente credo che ciò non avverrà, rimarrà un sogno che difficilmente sarà fatto suo dal Cavaliere. Nel frattempo possiamo solo registrare la sana protesta del detenuto nella casa circondariale di Rovereto al quale è impedito di sottrarsi al fumo passivo dei suoi compagni di cella. Immaginiamo il poveretto che divide una stanza di 16 metri quadri (l’equivalente di un salotto) con altri sei compagni. È inverno, c’è un unico vecchio e piccolo termosifone in ghisa, quindi le finestre saldamente chiuse, i suoi compagni fumano almeno trenta sigarette al giorno e di quelle forti, economiche, senza filtro. Ebbene il disgraziato si trova a respirare il fumo di duecento sigarette al giorno. Si comincia a prenderne coscienza, la sua non è stata una semplice condanna a sei mesi o a un anno, bensì una condanna a morte. Ai detenuti non è garantito il diritto alla salute, sono come gli extracomunitari, cittadini di serie B. Questo è il carcere in Italia, una comunità assai complessa su cui si scaricano le ferite sociali della nostra società, dalla tossicodipendenza all’immigrazione, dal disagio psichico a altri gravi patologie e dove si tarpano le ali dell’ambizione di rappresentarlo come luogo trasparente e propulsore dei diritti di cittadinanza.

Oltre le sbarre Si tratterebbe semplicemente di completare ed attuare il processo riformatore e la continua emergenza derivante dal sovraffollamento rappresenta un oggettivo ostacolo per l’avvio e l’attuazione delle riforme. Scrive il filosofo tedesco Nietsche nella Gaia Scienza “La pena ha lo scopo di far sentire, migliorare colui che la infligge. Questa è l’ultima via di scampo per i difensori della pena. Per la Chiesa cattolica invece la pena ha come primo scopo il ripagare ai disordini introdotti dalla colpa. Quando è volontariamente accettata dal colpevole, la pena ha valore di espiazione. Inoltre, la pena ha lo scopo di difendere l’ordine pubblico e la sicurezza delle persone. Infine ha valore medicinale: nella misura del possibile essa deve contribuire alla correzione del colpevole”.

Pressione fiscale UE



Secondo Eurostat le imposte "assorbono" il 42,9 % del Pil. I piu' "tartassati" sono gli svedesi. In coda gli irlandesi Pressione fiscale, Italia al nono posto in Europa MILANO - I contribuenti italiani sono i piu' "tartassati"? Secondo uno studio di Eurostat (l'istituto europeo di statistica) l'Italia figura solo al nono posto tra i 15 Paesi dell'Unione monetaria nella speciale classifica compilata sulla base della pressione fiscale. Nel 1996, ha calcolato Eurostat, il 42,9 % del prodotto interno lordo (Pil) e' andato all'erario contro una media europea del 42,4 % . Le tasse ed i contributi maggiori le pagano gli svedesi (55,2 % ) ed i danesi (52,0 % ). Agli ultimi posti in classifica troviamo la Spagna (35,2 % ) e l'Irlanda (34,5 % ). Cio' significa che, dati alla mano, il processo di armonizzazione fiscale tra i Paesi dell'Unione e' davvero "un percorso in salita", come ha sostenuto di recente il commissario europeo Mario Monti. Tuttavia la "variabile fiscale" e' ormai considerata fondamentale dalle imprese. In particolare gli industriali italiani da tempo chiedono di ridurre la pressione tributaria per non perdere terreno nei confronti dei diretti concorrenti, anche europei. E in effetti risulta che tra i quattro grandi Paesi del Continente, che da soli pesano per i tre quarti su tutte le entrate fiscali dell'Unione, soltanto la Francia ha una pressione superiore a quella italiana (45,5 % ), mentre Germania e Regno Unito hanno valori anche inferiori alla media europea, rispettivamente con il 42 ed il 35,9 % . A sorpresa, invece, l'istituto Eurostat ha rilevato in Italia una diminuzione del peso dei contributi sociali (scesi dell'1,7 % ), mentre e' rimasta stabile la pressione puramente fiscale. E' un dato che appare in controtendenza rispetto alle polemiche degli ultimi mesi sul costo del lavoro. Anche in questo caso Confindustria da tempo chiede un alleggerimento della quota di oneri sociali a carico dell'azienda. Complessivamente, in tutta l'Unione l'ufficio statistico ha registrato un leggero aumento del peso della componente fiscale che dal 27 % del 1995 e salita nel '96 al 27,2 % del Pil. Nel corso di tutti gli anni Novanta la pressione fiscale ha oscillato con un margine dello 0,5 % . Piu' marcata la crescita della voce oneri sociali che nel 1996 ha superato con il 15,3 % il tasso record del 15 % gia' raggiunto l'anno prima.

lunedì 1 dicembre 2008

DEBITO PUBBLICO

Anni 1997-2007, incidenza percentuale sul Pil

1997 : 118,1

2004 : 103,8

2005 : 105,8

2006 : 106,5

2007 : 104,0





Uno dei più affascinanti argomenti dell’economia, è quello del debito pubblico. Quando si parla di debito pubblico, cioè di debito assunto non da una persona fisica ma da uno Stato Sovrano, bisogna sforzarsi di cambiare la propria concezione di debito, in cui, classicamente a un debitore si contrappone un creditore.
Le definizioni enciclopediche di debito pubblico definiscono lo stesso come “il debito dello stato nei confronti di altri soggetti, individui, imprese, banche o soggetti stranieri, che hanno sottoscritto obbligazioni (come BOT e CCT) destinate a coprire il fabbisogno finanziario statale”.
E i soggetti nei confronti dei quali il debito pubblico assume un significato particolare sono proprio le banche.

Nel periodo in cui viviamo il denaro circolante non è più corrispondente alla quantità d’oro presente all’ interno di un paese, ma è corrispondente al lavoro svolto. Ad esempio se io svolgo un mestiere che la legge di mercato vuole venga pagato 1 euro l’ora, dovrò lavorare 10 ore per legittimare la circolazione di un biglietto da 10 Euro. Se tutto il denaro circolante fosse “coperto” dal lavoro svolto il nostro Paese non avrebbe debito.
Invece il debito Italiano alla data odierna ammonta a 1.510.826 milioni di Euro.

Perché? Chi sono i creditori di una somma così elevata? A chi dobbiamo questi soldi?
Quando un paese deve erogare servizi e si trova nella condizione di non avere sufficiente denaro a disposizione nonostante le manovre finanziarie, ricorre al debito rivolgendosi ad una banca. Ricorrere al debito significa che una banca provvede alla produzione di cartamoneta, per la somma richiesta.
Per semplificare ammettiamo che in Italia manchino 1000 Euro per l’ erogazione di servizi pubblici essenziali. Chiederemmo alla Banca d’Italia di concedere un debito. La Banca d’Italia erogherebbe due banconote da cinquecento Euro, pezzi di carta del costo di tre centesimi l’uno, per un totale di sei centesimi. Lo Stato Italiano diventerebbe debitore della Banca d’Italia per 1000 Euro più interessi. E’ come se la Banca d’Italia si comportasse come un’impresa (e di fatto è una Società per Azioni) che produce biglietti del costo di tre centesimi l’uno e li rivende allo Stato a 500 euro più interessi. Ciò significa che in circolazione ci sarebbero 1000 euro non coperti dal valore del lavoro. Per capire a fondo il motivo per cui il denaro non coperto da lavoro rappresenta debito dovrò ricorrere, mi perdonino i lettori, a un secondo esempio banale: ammettiamo per semplicità che l’ economia di un paese sia composta solo dalla coltivazione di un prodotto ad esempio le patate. L agricoltore coltiverebbe le patate e le metterebbe sul mercato per ricavarne denaro. Se la Zecca, tutto d’un tratto emettesse cartamonete in enormi quantità l’agricoltore si troverebbe ad avere a casa un sacco di soldi. Non avrebbe più bisogno di lavorare, e non coltiverebbe più patate. Le patate sparirebbero dal mercato e i soldi dei consumatori non servirebbero più a comprare l’unico prodotto presente sul mercato cioè le patate: i soldi in altre parole non varrebbero più nulla.

Un esempio concreto di ciò fu la crisi Americana del ’29, in cui per comprare un chilo di pane bisognava portarsi una cariola piena di soldi (questa è verità, non è un’esempio) in panetteria.
In altre parole, di tutto il debito Italiano e non solo Italiano, la parte dovuta alle banche rappresenta la carta moneta circolante sul mercato non coperta dal lavoro.

Beni tecnologici posseduti dalle famiglie italiane (1997-2007)

FAMIGLIE PER ALCUNI BENI TECNOLOGICI POSSEDUTI
Anni 1997-2007, per 100 famiglie

CELLULARI
1997 - 27,3
2003 - 78,2
2007 - 85,5

PERSONAL COMPUTER
1997 - 16,7
2003 - 42,7
2007 - 47,8


Secondo un'indagine svolta dall'Istat, in un arco di tempo che va dal 1997 al 2007, si é registrato un notevole aumento dell'acquisto e del conseguente utilizzo di beni tecnoligici (Cellulari e Personal computer) da parte delle famiglie italiane. In particolar modo é stato registrato un considerevole aumento di tale consumo tra il 1997 ed il 2003 ( Cellulari da 27,3 a 78,2 - PC da 16,7-42,7), inferiore invece é l'aumento nel periodo che va dal 2003 al 2007 (Cellulari 78,2-85,5 - PC 42,7-47,8). Possiamo ipotizzare che il vertiginoso aumento avvenuto tra il 1997 ed il 2003, sia stato causato da una serie di fattori: quali le importanti innovazioni in campo tecnologico, la società che ha iniziato ad imporre ritmi di vita più frenetici ed una comunicazione immediata (anche grazie ad internet),ed inoltre la maggiore diffusione dei prodotti tecnologici fortemente promossa dalle case produttrici, che, con strategie di marketing, comunicazione e politiche di prezzo vantaggiose, hanno innescato nella popolazione italiana una forte domanda.
Nel periodo compreso tra il 2003 ed il 2007 si registra un ulteriore aumento, seppur non paragonabile a quello avvenuto nel perodo precedente. Oramai l'uso dei prodotti tecnologici è largamente diffuso all'interno della società italiana, é impossibile pensare che nel 2007 esistano persone che non possiedano almeno un telefono cellulare in famiglia, per questo tra il 2003 ed il 2007 non si può parlare di un boom delle vendite come quello avvenuto tra il 1997 ed il 2003. La stessa dinamica si é verificata anche per quanto riguarda il settore dei PC, nonostante non abbiano tutt'oggi una diffusione paragonabile a quella dei cellulari.

spesa media mensile per tipologia familiare

PDF (276 kbyte)
Iindagine sui consumi condotta dall’Istat, nel 2005 la spesa media mensile per famiglia è pari, in valori correnti, a 2.398 euro. Si tratta di circa 17 euro in più rispetto all’anno precedente (+0,7%).
La spesa per generi alimentari e bevande si attesta su un livello del tutto analogo a quello dell’anno precedente (456 euro contro 453). Le uscite familiari per generi non alimentari, anch’esse stabili, passano tra il 2004 e il 2005 da 1.928 euro mensili a 1.941 euro.
L’andamento a livello nazionale è la sintesi di livelli di spesa territorialmente eterogenei che, tuttavia, presentano una sostanziale stabilità rispetto al 2004. Nel Nord la spesa media mensile delle famiglie è del tutto identica a quella del 2004 (pari a 2.689 euro) e anche le variazioni nel Centro e nel Mezzogiorno non risultano rilevanti: la spesa passa, rispettivamente, da 2.392 a 2.478 euro e da 1.915 a 1.913 euro.

La Lombardia e la provincia di Bolzano sono le aree geografiche con l'ammontare di spesa media piu' elevato: 2.872 e 3.229 euro, oltre mille euro in piu' rispetto a quello delle famiglie siciliane che, ancora una volta, mostrano il valore piu' basso (1.681 euro).

Ad eccezione del Molise, tutte le famiglie residenti nelle regioni del Mezzogiorno destinano alla spesa alimentare oltre un quinto della spesa totale; nel resto del paese soltanto in Liguria e nelle Marche, data anche la consistente presenza di anziani nella prima e di famiglie numerose nella seconda, si raggiunge un valore superiore al 20%.

Cosi' come le spese alimentari, anche le spese per abbigliamentoe calzature sono fortemente connesse al numero di componenti; nel Mezzogiorno, dove le famiglie sono mediamente piu' ampie, la quota destinata a questo capitolo e' dunque piu' elevata (con un minimo del 6,7% in Sardegna e un massimo dell'8,9% in Abruzzo).

La maggiore ampiezza familiare e' spesso associata alla presenza di un maggior numero di bambini e ragazzi in eta' scolare che determinano una propensione piu' elevata alla spesa per istruzione (si passa dall'1,1% di Campania, Sicilia e Sardegna, al 2,4% della Basilicata).

Tra le famiglie residenti nel Lazio e in Toscanaall'abitazione e' destinato poco meno di un terzo della spesatotale (rispettivamente, 30,1% e 29,2%); tale quota simantiene comunque sempre al di sopra del 24% in tutte leregioni centro-settentrionali.

La spesa per combustibili ed energianon presenta rilevanti differenze a livello regionale, oscillando tra il 4,3% della Lombardia e il 6,2% della Valle d'Aosta. Marcate sono invece le differenze nelle spese destinate a servizi sanitari e salute, che derivano anche dall'autonomia delle singole regioni nella regolamentazione del settore. Il Trentino Alto Adige (4,9%), in particolare la provincia di Trento (5,5%), la Lombardia e il Veneto (4,5%) sono le regioni con la quota di spesa per sanita' piu' alta, mentre le percentuali piu' basse si osservano tra le famiglie campane e tra quelle residenti nel Lazio (2,7%). Infine, sempre nelle regioni settentrionali risultano leggermente piu' elevate le quote di spesa per trasporti, per tempo libero e cultura e per ''altri beni e servizi''.

(red/28.07.06)

Delitti in Italia

Cresce il numero dei delitti in Italia denunciati dalle forze di polizia all'Autorita' Giudiziaria, nel 2006 rispetto all'anno precedente. In particolare, omicidi volontari, rapine e violenze sessuali registrano percentuali piu' elevate se confrontate con il 2005.
Emerge un andamento crescente del fenomeno nel periodo di tempo considerato: infatti,
i delitti denunciati passano da 38,7 per 1.000 abitanti nel 2000 a 44,0 nel 2005." Gli incrementi nel periodo considerato
risultano superioriai 10 punti percentuali al Nord nella provincia autonoma di Trento, in Valle d'Aosta, Lombardia ed
Emilia-Romagna; al Centro in Toscana; nel Mezzogiorno in Abruzzo. Nelle Isole lavariazione è invece negativa
(rispettivamente -3,7 punti percentuali in Sicilia e -4,8 in Sardegna). Le regioni con una delittuosità superiore a quella
media nazionalenel 2005 sono il Piemonte, la Lombardia, la Liguria, l'Emilia-Romagna, la Toscana e il Lazio; le regioni
con i valori più bassi sono invece la Basilicata (18,8) e il Molise (23,4).
Col tempo si è verificato un aumento della popolazione ( si è passati dal 1984 che erano 57.080.095 abitanti a 58.462.375 del 2004) e di conseguenza un aumento dei delitti. Tuttavia questo aumento non è stato affato proporzionato in base all'aumento della popolazione.

Smaltimento rifiuti

Oggi come oggi la raccolta differenziata è considerata una delle soluzioni migliori per ridurre l'inquinamento ambientale. Sono infatti state effettuate delle vere e proprie campagne educative nei confronti delle famiglie con l'obiettivo di istruirle a svolgere questo compito.
Come riporta la raccolta annuale dell'Istat “Italia in cifre” sappiamo che dal 1996 al 2006 le tonnellate di rifiuti smaltite in Italia sono aumentate notevolmente.
Tuttavia la composizione media dei rifiuti è un dato difficile da stabilire, varia con la zona, la ricchezza e la cultura del cittadino, nonché con la produzione industriale del luogo. Un dato certo è che la produzione giornaliera per abitante che nel 2006, in media, in Italia è vicina ad 1,5 kg al giorno.
C'è infatti una notevole differenza tra la quantità di rifiuti smaltiti nel Nord Italia e quelli del Mezzogiorno. Le percentuali di smaltimento di regioni come Veneto, Trentino Alto Adige, Lombardia e Piemonte, infatti, sono bel al di sopra degli obiettivi. In particolare si segnalano tra gli incrementi più rilevanti nel periodo 2001-5, tra le regioni virtuose, quello del Trentino Alto Adige che è passato dal 25% al 44,2% e, tra quelle meno virtuose, la Sardegna che, sebbene abbia raggiunto appena il 10% ha fatto registrare un aumento di 4,6 punti percentuali nel periodo in esame.